Dal primo incontro alla restituzione passando attraverso l’ascolto e l’esperienza. Creare e far funzionare un progetto di formazione esperienziale è un percorso che si fa in due: il coach e il team.
Fase 1 – ANALISI DEI BISOGNI: prima di tutto il coach si interfaccia con il cliente ascoltando le richieste e approfondendo, con domande mirate, i bisogni. Segue un’analisi sul campo, in cui osserviamo il nostro futuro team e valutiamo, sulla base della nostra esperienza, le criticità e i punti di potenziamento. Alla fine di questa prima fase è necessario un riallineamento fra le parti per ridefinire gli obiettivi alla luce dei passaggi precedenti e decidere l’attività più indicata. Tutti questi passaggi sono fondamentali per centrare realmente l’obiettivo, altrimenti il rischio è quello di andare fuori-tema, un po’ come a scuola quando non si legge bene il titolo.
Fase 2 – PROGETTAZIONE: una volta definiti gli obiettivi, il tipo di team con cui lavorare e su quale attività puntare, è il momento di progettare. Possiamo scegliere tra i nostri format o crearne uno ad hoc. Nella formazione esperienziale, questo significa anche preparare la location, predisporre i materiali necessari e testare che tutto sia funzionante e pronto.
Fase 3 – EROGAZIONE: è il cuore della formazione, ovvero l’esperienza. Come vi abbiamo già raccontato nell’articolo sulle qualità di un buon formatore, in questa fare sono fondamentali l’ascolto, la capacità di adattarsi, il coinvolgimento e ovviamente una giusta dose di divertimento.
Fase 4 – VERIFICA DEI RISULTATI: La restituzione può avvenire in due momenti e con due obiettivi diversi. C’è quella fatta insieme al team alla fine della giornata di formazione che fa parte dell’esperienza stessa e poi, a chiudere il ciclo, c’è la verifica a posteriori fatta con la committenza.
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